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13 aprile 2012 5 13 /04 /aprile /2012 10:35

Introduzione

 

 

“Così io ho udito:” (Nyo ze ga mon - 如是我聞)

 

Il Budda si trovava sul Monte Gridhrakuta accompagnato da una moltitudine di monaci è monache, laici e laiche, bodhisattva e mahasattva, dei e divinità, re e nobili, demoni e draghi. L’assemblea era praticamente composta da tutte le categorie degli esseri viventi e delle divinità.
Il Budda aveva appena terminato la predicazione del sutra Mahayana “Innumerevoli Significati” (sanscrito: Ananta Nirdesa Sutra; cinese tradizionale:
经无量义 (pinyin: wúliáng Jing Yi); giapponese: Muryogi Kyo).
Al termine della predicazione di questo sutra il Budda si sedette con le gambe incrociate nella posizione del loto ed entrò nella samadhi e dal cielo inizò a cadere una pioggia di fiori di mandarava e di manjushaka che ricoprì il Budda e l'intera assemblea e la terra tremò in tutto il mondo.

Allora tutti gli astanti, felici di aver assistito a questo prodigio, giunsero le mani rispettosamente e si volsero verso il Budda. Dalla ciocca bianca di capelli tra le sopracciglia del Budda uscì un raggio di luce - uno dei Trentadue Segni caratteristici dei Budda - che illuminò tutto, dalla terra fino a tutti i mondi dell'universo intero, dall'inferno Avichi fino al cielo Akanishtha e istantaneamente tutti poterono vedere e ascoltare i Budda che predicavano ed istruivano le persone di questi mondi e tutte le azioni di devozione, di dedizione e le offerte dei bodhisattva, dei monaci, e poterono vedere come tutti gli esseri viventi ricevessero nella nascita e nella morte la retribuzione per le azioni passate.
Il bodhisattva Maitreya, stupito ed incuriosito da questo evento ed avendo percepito la stessa curiosità anche in tutti i presenti all'assemblea, sapendo che il bodhisattva Manjushri in un lontano passato aveva già assitito ad un portento simile, volle chiedrgli il perché di questi fenomeni.
Manjushri allora rispose che il Budda manifesta questi grandi poteri quando è in procinto di rivelare la Grande Legge e desidera che tutti gli esseri viventi la possano udire e comprendere, una Legge difficile da accettare e da credere. Così raccontò che in un lontano passato, viveva un Budda chiamato Splendore del Sole e della Luna (
sanscrito: Candrasurya Pradipa; cinese tradizionale: 日月燈明仏 (Rì yuè dengmíng fó); giapponese Nichi-gatsu-tomyo-butsu). Agli ascoltatori della voce espose la Legge delle Quattro nobili Verità, così che potessero trascendere nascita, vecchiaia, malattia e morte ed ottenere il nirvana. Ai pratyekabuddha espose la Legge della Dodecupla catena di causalità. Ai bodhisattva espose le Sei paramita, facendo loro ottenere l'anuttara-samyak-sambhodi ed acquisire la saggezza onnicomprensiva.
Come questo Budda vi furono in altri mondi e in altre epoche altri ventimila Budda, tutti con lo stesso nome, e tutti esposero gli stessi insegnamenti e al termine della predicazione del sutra “Innumerevoli Significati” anche questi entrarono nella samadhi e manifestarono gli stessi poteri per poi predicare la dottrina del Sutra del Loto. E a tutti questi avvenimenti
Manjushri e Maitreya erano sempre stati presenti ed avevano assistito all'esposizione della Grande Legge, il Sutra del Loto: in un'altra vita nel lontano passato, disse Manjushri, di essere stato il bodhisattva Luce Meravigliosa (Varaprabha) e Maitreya era stato un suo discepolo chiamato bodhisattva Cercatore di Fama (Yaśaksāma). Egli era avido di guadagno e di appoggi e, sebbene leggesse e recitasse numerosi sutra, non era in grado di comprenderli e in gran parte li dimenticava. Per questo veniva chiamato Cercatore di Fama, ma dato che egli aveva anche piantato svariate buone radici, in altre vite fu in grado di incontrare innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, di fare loro offerte, riverirli, onorarli e lodarli. Li aveva seguiti nella pratica della Grande Via realizzando tutte le Sei Paraimita. E in quella vita aveva seguito il leone degli Shakya, il Budda Shakyamuni, ed assitito al portentoso evento, simile a quello al quale stavano assistendo, al quale seguì l'esposizione della Grande Legge, ed il Buddha gli predisse anche che in futuro sarebbe diventato un Buddha dal nome Maitreya, che avrebbe salvato in ogni dove gli esseri viventi in numero al di là di ogni calcolo.

Manjushri quindi disse:

 

«Dopo l'estinzione di quel Budda,
quell'uomo pigro ora sei tu,
e quel maestro del Dharma, Luce Meravigliosa
ora sono io.
Io vidi il Budda Torcia Splendente (Splendore del Sole e della Luna)
manifestare in passato un prodigioso presagio come questo.
E così so che ora il Budda presente
sta per esporre il Sutra del Loto.
Adesso i segni sono uguali ai prodigiosi auspici passati;
questo è un abile espediente impiegato dai Budda.
Ora il Budda emette questo raggio luminoso
aiutando a rivelare il significato della vera entità dei fenomeni.
Gli esseri umani ora verranno per conoscerlo:
giungiamo tutti le mani e attendiamo.
Il Budda farà piovere la pioggia della Legge
per soddisfare tutti coloro che cercano la via.
Voi che cercate i tre veicoli,
se avete dubbi e rimpianti
il Budda li risolverà per voi
ponendovi fine, così che nulla rimanga.
»

(SdL, pagg. 25-26)

 

 

Leonardo Vinci

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